Il passaggio delle forme di erectus a quelle di Homo sapiens non fu netto, ma graduale, tanto che alcuni reperti sono classificati tra gli erectus evoluti o tra i sapiens arcaici. Questo passaggio viene collocato tra i 200.000 e i 100.000 anni fa. Le forme più antiche di sapiens (Homo sapiens arcaico) non sono attualmente rappresentate. Tra queste vanno inclusi anche i Neandertaliani europei e del Vicino Oriente, vissuti tra 100.000 e 37.000 anni fa, i quali si sono estinti senza lasciare discendenza.
Le radici dell’umanità attuale, o Homo sapiens sapiens (ben noto nei reperti del Paleolitico superiore europeo, quali Cro-Magnon, Chancelade, Combe Capelle, ecc.), vengono riconosciute in alcuni reperti di uomini vissuti intorno a 90.000 anni fa in Palestina, a loro volta derivanti da forme africane di Homo sapiens arcaico.
I resti della Qafzeh Cave, presso Nazareth, in Israele
L’evoluzione dell’homo sapiens in terra africana
In terra africana la specie di homo sapiens si evolve culturalmente. Sono numerosi i ritrovamenti fossili e di manufatti e, a tutt’oggi, il più antico ritrovamento di un oggetto dalle indubbie caratteristiche artistiche risale a 80 000 anni fa, in prossimità di Cape Agulhas, nella Caverna di Blombos, in Sud Africa.
Il sito presitorico di Blombos, in Sud Africa
Blombos è un sito preistorico a Cape Agulhas, in Sud Africa, circa 300 km a est di Città del Capo. Si trova in una piccola grotta che si apre ai piedi di una falesia di calcarenite ed è divenuto celebre per l’inattesa scoperta di vestigia indicatrici di comportamenti moderni e di preoccupazioni estetiche o simboliche (pezzi di ocra incisi con disegni geometrici regolari, punte di freccia, utensili in osso, perle e parti di collane e braccialetti ricavati dalla lavorazione delle conchiglie di piccoli gasteropodi marini. da orizzonti stratigrafici databili tra i 75 000 e gli 80 000 fa, ossia al paleolitico medio. Le scoperte fatte a Blombos hanno profondamente modificato la visione attuale della storia dell’arte e dell’evoluzione culturale durante il paleolitico, che apparirebbe più lenta e graduale di quanto non si credesse prima.
I reperti della Caverna di Blombos appaiono ora come la prima testimonianza dell’affermarsi di un comportamento creativo e di un sistema simbolico e culturale nell’Homo Sapiens.

Lo sviluppo di Homo sapiens sapiens appare piuttosto rapido, quasi esplosivo: a partire da 35.000 anni fa esso è presente nei vari continenti, compresa l’America e l’Australia.

Cranio di Homo sapiens sapiens di di Qafzeh (Israele).
È interessante osservare che in alcune regioni la forma moderna si ritrova accanto a quella neandertaliana: così in Israele tra i 90.000 e 40.000 anni fa e in alcune regioni europee intorno a 35.000 anni fa. Comunque l’affermarsi della forma moderna non viene interpretato da molti Autori in termini di evoluzione locale (almeno in senso generalizzato ed esteso a tutte le regioni della terra), ma viene riferito a diffusione da un centro africano.
La cultura della forma sapiens si presenta assai evoluta sia nelle industrie su pietra e anche su osso (specialmente nel Paleolitico superiore, queste ultime), sia nelle raffigurazioni dell’arte parietale e mobiliare, sia nelle pratiche funerarie di cui le più antiche inumazioni sono riconosciute a Skhul e Qafzeh, in Palestina, risalenti a 90.000 anni fa e con i Neandertaliani in Europa e nel Vicino Oriente.

Duplice sepoltura di una ragazza e di un bambino rinvenuta nella grotta di Qafzeh (Israele).
NOTE
1Nei mesi scorsi sono stati segnalati da Pickford e Senut alcuni reperti (frammenti di mandibola, omero, femore) ritrovati nel Kenya e risalenti a 6 milioni di anni fa, che rivelano qualche tendenza verso il bipedismo. Si tratterebbe di una linea diversa da quella degli Australopiteci conosciuti e potrebbe avere portato al gen. Homo (cf. Science, 23 feb., 2001)
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