Arte e architettura islamiche- La città

La città

  1. Città antiche a maggioranza non musulmana;
  2. nuove città in origine solo musulmana.

Eredità: non esiste una tipica città islamica, soprattutto perché ogni città era influenzata dal territorio circostante, dalle economie locali e dalle tradizioni precedenti.

Ci sono comunque delle novità tipicamente islamiche.

  1. Architettura per il commercio: caravanserragli, ponti, mercati, “centri commerciali”. A Baghdad l’organizzazione della città tiene conto dei negozi (primo esempio di lungo suq o strada dei mercanti).
  2. Le aree di frontiera sono particolarmente creative nella formazione di nuove città.

Non si sa molto delle forme architettoniche e dei monumenti delle prime città islamiche. Nasce il muqarna (pannello-puzzle in stucco) e c’è un impeto artistico in pressoché ogni città, ma non si sa se originale o derivato.

Soprattuto in alcune regioni gli arabi hanno costruito nuovi insediamenti che nel primo periodo prendono il nome di misr (pl. amsar). Fondati come accampamenti militari, ma poi sviluppati come vere e proprie città (il Cairo, Kufa, Basra in Iraq, Anjar nella grande Siria). Vengono fondate soprattutto in Iraq, meno in Siria e Giordania, dove c’erano insediamenti del periodo precedente).

Questo fenomeno è noto soprattutto dalla letteratura. L’unico esempio Omayade rimasto con evidenze archeologiche è Aqaba, dato che le città vengono di solito riutilizzate e quindi spariscono le caratteristiche di misr.

Gli amsar sono primi insediamenti vicino ai qusur e molti sono eredi della tradizione locale classica romano-bizantina, con l’aggiunta di elementi nuovi di influenza orientale, introdotti già nel periodo Omayade dalle maestranze itineranti, principalmente sassanidi.

Non si sa bene come fossero gli amsar iracheni, probabilmente erano anche lì legati a tradizioni locali, anche se con alcuni elementi occidentali.

C’è una continuità urbana negli insediamenti all’indomani della conquista, ma spesso c’è uno sviluppo dell’attività commerciale e artigiana. C’è una riconversione dei grandi edifici pubblici in edifici privati a scopo commerciale e anche parte degli spazi interni delle case diventano attività artigianali e commerciali. Si passa da élite urbana (periodo romano) ad un’élite commerciale (periodo omayade e abbasside).

La ceramica

Il principe e la borghesia sono le due entità attorno a cui si sviluppa l’arte islamica. Non ne risulta una nuova arte, solo una versione diversa universalmente accettabile. L’inizio dell’Islam è il primo esempio di contrapposizione dell’arte della borghesia all’arte clericale e aristocratica.

Gli oggetti erano importanti sia per il principe che per la borghesia e c’erano varie forme di controllo sulle manifatture. I tessuti hanno un importante ruolo nella trasmissione di temi e motivi da un luogo all’altro. La questione più difficile da stabilire è se quest’importanza dell’arte industriale fosse peculiare all’Islam.

Invenzione del decoro a lustro, soprattutto su piatti larghi e poco curvi: preminenza della superficie decorata sulla forma. Può essere che il lustro sia un’invenzione egiziana, ma è molto più probabile che sia irachena, piché fino al XII secolo non ci sono novità importanti dall’Egitto. Compare nella seconda metà dell’VIII secolo.

  1. Arte derivata:

    1. il lustro cerca di imitare l’oro e i decori metallici;
    2. imitazioni dei cinesi;
    3. occasionalmente compare il tema principesco, ma sembra che il pittore non ne fosse esperto e la rappresentazione di esseri umani è rara.
  2. Iscrizioni (Iran): buoni auspici, detti, proverbi. Danno un’idea della mentalità di fabbricanti e utilizzatori. La scrittura è un particolare mezzo espressivo tipicamente islamico, anche al di fuori dell’ambito religioso.

  3. Bestiari (più in Iran che in Iraq): uccelli, animali mitici o con corna, occasionalmente animali comuni (Iraq, Egitto). Hanno lo stesso significato delle iscrizioni e riflettono una tradizione popolare, non principesca.

  4. Grandi varietà di stile: ambiguità di significato già vista altrove. C’è un po’ di evoluzione, ma principalmente coesistono o rappresentano diversi gusti e funzioni.

Sono commissionate non dalla corte, ma dalla classe media mercantile:

  1. la ceramica rimane importante a lungo: i mercanti favoriscono e portano a livelli stristici i lavori manuali, come la ceramica, il vetro, il bronzo e tutte quelle tecniche non controllate dai principi;
  2. l’arte create per la borghesia urbana è molto più originalmente islamica che quella per i principi.

Sicuramente la ceramica non era l’unica forma di artigianato cittadino di questo tipo, ma c’era anche il tessile e il bronzo, di cui però si sa poco.

Nel periodo abbasside non c’è bisogno di riformulare l’arte islamica, perché è già stato fatto con gli Omayadi, e non ci sono più rischi di confondere l’arte islamica con quella romano-bizantina.

Fonte: http://www.gianoziaorientale.org



Categorie:P09- Arte e Architettura islamica

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